«Che cos’è la vita se non l’angolo di visuale? Un uomo si misura dall’angolazione da cui guarda alle cose. Che cos’è la vita se non ciò che un uomo pensa durante il giorno? Questo è il suo fato e il suo padrone».«Che cos’è la vita se non ciò che un uomo pensa durante il giorno? Questo è il suo fato e il suo padrone». Scrivere una «Storia naturale dell’intelletto» fu il progetto, mai realizzato secondo i suoi desideri, di tutta la vita di Emerson. Ci restano solo i testi postumi e incompleti delle sue conferenze sull’argomento, ora finalmente tradotti in italiano. In Poteri e leggi del pensiero, rappresentativo della sfida di fondare l’idealismo trascendentale su rispettabili basi scientifiche, Emerson riconosce che ancora non confidiamo nei poteri ignoti del pensiero e che i pensieri hanno una vita propria, indipendente dalla nostra volontà: così all’inizio ci possiedono e solo più tardi, se diveniamo consapevoli dei «fatti spirituali», arriviamo a possederli e a non essere più dei «bruti ammassi sballottati dal Fato». E abbiamo una guida – l’Istinto – la quale ci viene data nella misura in cui ne facciamo uso. Non mostra gli oggetti, ma ci mostra la via. E che cos’è l’Ispirazione? È l’istinto – il cui stato normale è passivo – messo in azione: «la scintilla che prorompe in fiamma». Persuadere il forte istinto a smuoversi, e a compiere il suo miracolo, è lo scopo di ogni saggio sforzo. Con Memoria, infine, Emerson ci ricorda che senza questo «angelo custode» tutta la vita e il pensiero sarebbero una successione senza alcun rapporto. E che persino la memoria corta dipende dal pensiero poco profondo.
A cura di Stefano Paolucci
Edito da Donzelli, 2009
giovedì 15 aprile 2010
lunedì 13 luglio 2009
Ralph Waldo Emerson: La sacralità della transizione
La vecchiaia non dovrebbe mai insinuarsi nella mente umana. In natura ogni momento è nuovo, il passato è continuamente inghiottito e dimenticato; solo ciò che sta per arrivare è sacro. Niente è sicuro se non la vita, la transizione, lo spirito energetico. (Emerson, "Cerchi").
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Ralph Waldo Emerson... a ruota libera
L'amico è la persona davanti alla quale posso pensare ad alta voce.
Che cos'è un'erbaccia? Una pianta le cui virtù non sono state ancora scoperte.
L'unico modo per avere un amico è essere un amico.Quando si pattina su ghiaccio sottile, la salvezza sta nella velocità.
Subito dopo il creatore di una buona frase viene, in ordine di merito, il primo che la cita.
Il talento da solo non può fare lo scrittore. Ci deve essere un uomo dietro al libro.
Nell'analizzare la storia evita di essere profondo perché spesso le cause sono proprio superficiali.
La nostra forza matura dalla debolezza.E' una superstizione insistere su una dieta particolare. Tutto alla fine è fatto degli stessi atomi chimici.
Ho ascoltato con ammirata sottomissione una signora dichiarare che la sensazione di essere ben vestiti dà un'intima tranquillità quale non è in grado di dare la religione.
Senza entusiasmo non si è mai compiuto niente di grande.Chi crede solo nel domani trascura le possibilità di oggi.
Tutte le cose sono meno difficili per chi le affronta con serenità.
Un amico è una persona con cui possiamo essere sinceri.Per chi opera secondo la legge non esistono punizioni.
Voi troverete sempre qualcuno che crederà di sapere qual è il vostro dovere meglio di quanto non lo sappiate voi stessi.
La vera amicizia è fatta di fiducia, di lealtà e di indulgenza.L'arte e un'amante gelosa.
La sola ricompensa della virtù è la virtù. Il solo modo di avere un'amico è di esserlo.
Il buon senso è raro quanto il genio.Essere grande significa essere incompreso.
La lingua è poesia fossile.
In realtà non esiste storia, soltanto biografia.
Tutti amano un innamorato.
La biblioteca di un uomo è una specie di harem.
Una delle più belle soddisfazioni di questa vita vita è che nessuno può sinceramente cercare di aiutare un altro senza aiutare e migliorare anche se stesso.Quello che abbiamo alle spalle e quello che abbiamo davanti sono piccole cose se paragonate a ciò che abbiamo dentro.
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Lettera a Ralph Waldo Emerson, di Ermanno Bartoli
Carissimo Ralph,
Scusa se ti disturbo a quest'ora, ma a furia di sentir parlare alla tivù e sui giornali di malessere e disagio giovanile m'è venuta voglia di rileggerti. E sarebbe la terza volta. Questa sera mi sono girato verso la libreria e fra romanzi e saggi, nello scomparto dei preferiti, mi ha colpito la costa colorata del tuo volume: una "cartonata rossa" targata "Boringhieri-1969", ed è stato subito riamore. Quindi ho tirato fuori e aperto il libro... "Fiducia in se stessi", "Esperienza", "Leggi spirituali", "Circoli"... Basterebbero i titoli. Ma so che dentro c'è ben altro, così come so che sei pressoché introvabile. Posso farti una preghiera che forse non dipende da te? Esci dagli scaffali della dimenticanza e torna per le strade dove c'è tanto da fare!... se te lo consentono. Sarà bello! Così ci parlerai ancora del genio che c'è in ognuno e dell'istinto del buono. In nome di tutte le "infelicità evitabili"... Ti aspetto. Ah, dimenticavo! Porta i fiammiferi; potrebbe essercene bisogno, nel caso andasse via la luce come l'ultima volta. Ricordi? Nell'attesa ti abbraccio.
Tuo Ermanno Bartoli (Reggio Emilia)
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La poesia di Ralph Waldo Emerson
Come essere poeta? Come vivere e abitare poeticamente? Come vivere la poesia, ancor prima di scriverla? I tre saggi sulla poesia, l'immaginazione e l'ispirazione, contenuti in Essere poeta, con due inediti, sono una guida per il poeta, la più lontana da accademismi, pedanterie, formalismi, e la più vicina all’esistenza quotidiana.
L’autore, Ralph Waldo Emerson, è “la figura centrale nella cultura americana”, come dice oggi Harold Bloom, il più celebrato critico letterario statunitense. Emerson: classico della letteratura, filosofo dell’esistenza, poeta, scrittore dell’aria aperta, guida sapienziale del “Rinascimento americano”, profeta di un uomo oltre l’uomo. “Il poeta”, saggio ormai intramontabile, dipinge e profetizza un poeta nuovo. Walt Whitman, ascoltando la conferenza omonima, ne fu rapito. Seguono i due inediti “Poesia e immaginazione”, dove la poesia è definita “la pietà dell’intelletto”; e “Ispirazione”, un altro essenziale passepartout per la vita creativa. Sono saggi alla radice della poetica e del pensiero statunitensi, ma anche – tramite Nietzsche, loro attento lettore – alla base del pensiero contemporaneo in Europa. Leggendoli, si potranno ricordare ora le Lettere a un giovane poeta di Rilke, ora i saggi su poesia, linguaggio e pensiero di Heidegger.
L’autore, Ralph Waldo Emerson, è “la figura centrale nella cultura americana”, come dice oggi Harold Bloom, il più celebrato critico letterario statunitense. Emerson: classico della letteratura, filosofo dell’esistenza, poeta, scrittore dell’aria aperta, guida sapienziale del “Rinascimento americano”, profeta di un uomo oltre l’uomo. “Il poeta”, saggio ormai intramontabile, dipinge e profetizza un poeta nuovo. Walt Whitman, ascoltando la conferenza omonima, ne fu rapito. Seguono i due inediti “Poesia e immaginazione”, dove la poesia è definita “la pietà dell’intelletto”; e “Ispirazione”, un altro essenziale passepartout per la vita creativa. Sono saggi alla radice della poetica e del pensiero statunitensi, ma anche – tramite Nietzsche, loro attento lettore – alla base del pensiero contemporaneo in Europa. Leggendoli, si potranno ricordare ora le Lettere a un giovane poeta di Rilke, ora i saggi su poesia, linguaggio e pensiero di Heidegger.
Ralph Waldo Emerson: esperienze a Napoli
di Stella Cervasio, Repubblica, 13 gennaio 2004
Brutti, sporchi e cattivi i napoletani della prima metà dell' Ottocento. Il rapporto con i turisti stranieri era come possiamo immaginarlo: arrivavano in Italia a caccia di note antropologiche e d' arte. Se ne andavano sconfortati dall' accoglienza, trasognati per l' abbondanza di capolavori. Quando riuscivano a vederli. I diaristi del Grand Tour dovevano affidarsi alla buona sorte, se volevano portare a casa ricordi indimenticabili della terra sognata. Più di una disavventura toccò a Ralph Waldo Emerson, maitre-à-penser del trascendentalismo americano, che si scontrò con chiese chiuse, custodi indolenti, oltre che con i soliti borseggiatori e antenati degli attuali scippatori. Per fortuna ciò non tolse ottimismo al suo pensiero sull'individualismo democratico, che ha tra i capisaldi la fiducia nelle doti dell' uomo. Pastore delle chiesa unitaria a Boston, nel 1832 Emerson lasciò il culto e si mise in viaggio, non ancora trentenne, per l' Italia. Ecco dunque le sue note raccolte nel libro Dalla Sicilia alle Alpi, curato da Marco Sioli per l' editore di scritture di viaggio Ibis, due note-books comprati da Simpkins & Co. a Boston e riempiti uno ogni tre mesi di fittissimi appunti scritti a matita e ripassati con l' inchiostro. Figura volutamente marginalizzata, spiega il curatore, nell' America dell' Ottocento, viene recuperata soprattutto da noi per il bicentenario della nascita (1803), mentre il suo predicare il «diritto alla ribellione» non sarebbe certo ben accolto dagli Stati Uniti dell' era Bush. Il diario parla dei primi sei mesi del 1833. Un catalogo di emozioni e disillusioni. Comincia a Siracusa col lavarsi le mani nella fonte di Aretusa, ascolta l' eco dell' orecchio di Dionigi e dichiara «L' arte è nata in Europa e non attraverserà l' Oceano». La Pop Art gli darà torto. Il 12 marzo il colto americano, provvisto di note geografiche, storico-artistiche e di traduzione in inglese delle unità di misura del Regno, è a Napoli. "Decisamente è una bella città. Ma lo è semplicemente per la sua magnifica posizione e per le sue spiagge, non per lo splendore delle vie o dei palazzi pubblici", annota il 13 marzo. Il giorno dopo sale a San Martino, vede "i bei dipinti audaci di Spagnoletto". Non gli riesce però di ammirare la Deposizione sempre di Ribera "perché quella cappella era chiusa e il guardiano era andato in città". La successiva delusione è alla Tomba di Virgilio: l' atmosfera è rotta da frotte di ragazzi che gridano: "Signore, c'è un mariuolo". Alla Solfatara rifiuta il cane che i custodi gli offrono per sei carlini: lo usavano per dimostrare la presenza dei gas nelle caverne, la povera bestia perdeva i sensi ma fuori si riaveva. Al tempio di Serapide uno cerca di sfilargli dalla tasca "il fazzoletto consunto". L' amore per le rovine va a farsi benedire, "tutti stringono il portafogli con due mani, scappando via". Il giorno appresso gli mostrano la Cappella Sansevero (scrive "Cappella privata della famiglia Severini, dove si trovano le famose statue velate"). Anche al lago d' Averno, Baia, Cuma incontra "orde di ciceroni e mendicanti". Davanti alle rovine di Pompei ed Ercolano, svuotate dai reperti, si chiede se non sarebbe stato meglio lasciarle in situ. I dieci giorni napoletani terminano qui, il filosofo viaggiatore parte per Roma, dove gli appunti parlano più di magnificenze d'arte e meno della fauna cittadina. A Villa Borghese, non disturbato s' innamora finalmente beato di una Madonna di Andrea del Sarto. Ralph Waldo Emerson, Dalla Sicilia alle Alpi, Ibis, euro 9,50.
Brutti, sporchi e cattivi i napoletani della prima metà dell' Ottocento. Il rapporto con i turisti stranieri era come possiamo immaginarlo: arrivavano in Italia a caccia di note antropologiche e d' arte. Se ne andavano sconfortati dall' accoglienza, trasognati per l' abbondanza di capolavori. Quando riuscivano a vederli. I diaristi del Grand Tour dovevano affidarsi alla buona sorte, se volevano portare a casa ricordi indimenticabili della terra sognata. Più di una disavventura toccò a Ralph Waldo Emerson, maitre-à-penser del trascendentalismo americano, che si scontrò con chiese chiuse, custodi indolenti, oltre che con i soliti borseggiatori e antenati degli attuali scippatori. Per fortuna ciò non tolse ottimismo al suo pensiero sull'individualismo democratico, che ha tra i capisaldi la fiducia nelle doti dell' uomo. Pastore delle chiesa unitaria a Boston, nel 1832 Emerson lasciò il culto e si mise in viaggio, non ancora trentenne, per l' Italia. Ecco dunque le sue note raccolte nel libro Dalla Sicilia alle Alpi, curato da Marco Sioli per l' editore di scritture di viaggio Ibis, due note-books comprati da Simpkins & Co. a Boston e riempiti uno ogni tre mesi di fittissimi appunti scritti a matita e ripassati con l' inchiostro. Figura volutamente marginalizzata, spiega il curatore, nell' America dell' Ottocento, viene recuperata soprattutto da noi per il bicentenario della nascita (1803), mentre il suo predicare il «diritto alla ribellione» non sarebbe certo ben accolto dagli Stati Uniti dell' era Bush. Il diario parla dei primi sei mesi del 1833. Un catalogo di emozioni e disillusioni. Comincia a Siracusa col lavarsi le mani nella fonte di Aretusa, ascolta l' eco dell' orecchio di Dionigi e dichiara «L' arte è nata in Europa e non attraverserà l' Oceano». La Pop Art gli darà torto. Il 12 marzo il colto americano, provvisto di note geografiche, storico-artistiche e di traduzione in inglese delle unità di misura del Regno, è a Napoli. "Decisamente è una bella città. Ma lo è semplicemente per la sua magnifica posizione e per le sue spiagge, non per lo splendore delle vie o dei palazzi pubblici", annota il 13 marzo. Il giorno dopo sale a San Martino, vede "i bei dipinti audaci di Spagnoletto". Non gli riesce però di ammirare la Deposizione sempre di Ribera "perché quella cappella era chiusa e il guardiano era andato in città". La successiva delusione è alla Tomba di Virgilio: l' atmosfera è rotta da frotte di ragazzi che gridano: "Signore, c'è un mariuolo". Alla Solfatara rifiuta il cane che i custodi gli offrono per sei carlini: lo usavano per dimostrare la presenza dei gas nelle caverne, la povera bestia perdeva i sensi ma fuori si riaveva. Al tempio di Serapide uno cerca di sfilargli dalla tasca "il fazzoletto consunto". L' amore per le rovine va a farsi benedire, "tutti stringono il portafogli con due mani, scappando via". Il giorno appresso gli mostrano la Cappella Sansevero (scrive "Cappella privata della famiglia Severini, dove si trovano le famose statue velate"). Anche al lago d' Averno, Baia, Cuma incontra "orde di ciceroni e mendicanti". Davanti alle rovine di Pompei ed Ercolano, svuotate dai reperti, si chiede se non sarebbe stato meglio lasciarle in situ. I dieci giorni napoletani terminano qui, il filosofo viaggiatore parte per Roma, dove gli appunti parlano più di magnificenze d'arte e meno della fauna cittadina. A Villa Borghese, non disturbato s' innamora finalmente beato di una Madonna di Andrea del Sarto. Ralph Waldo Emerson, Dalla Sicilia alle Alpi, Ibis, euro 9,50.
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Ralph Waldo Emerson, l’occhio del poeta cambia l’etica civile
di Roberto Mussapi, “Avvenire”, 29 giugno 2008
Escono due libri che raccolgono i saggi del grande autore americano: uno sguardo sulla realtà che diventa giudizio sul proprio tempo e «pensiero politico»
Voleva scrivere un libro «che appare nel mondo solo a lunghi intervalli, ogni due o tre secoli, forse, e che presto o tardi diviene oggetto della considerazione di tutti». L’induismo e la tragedia greca, gli elisabettiani, Shakespeare e Cervantes, i presocratici e gli storici greci e latini, i poeti supremi, Dante e Omero, gli aforistici, Bacone e Montaigne: in loro cercò sempre l’identico attraverso il diverso e l’irrepetibile. Nato a Boston nel 1803, morto nel 1882, Ralph Waldo Emerson, saggista, poeta, scrittore, conferenziere, è uno dei grandi fondatori della letteratura e del pensiero americani. Tra il 1850 e il 55 uscivano i capolavori di Melville, Thoreu, Whitman, Hawthorne, e i saggi principali di Emerson che animano quel 'Rinascimento americano' che fonda con capolavori memorabili una nuova letteratura, destinata a una vita straordinaria. Non solo la poesia di Whitman e il clima di quel rinascimento, ma una delle più vitali tradizioni letterarie americane discende da Emerson, il quale, traducendo sulla pagina il miglior repertorio elle proprie conferenze, inventa una saggistica pregnante e vitale quanto la voce stessa, in una prosa fluviale, onnicomprensiva e illuminante che affascinerà Nietzsche e Borges. L’aggettivo 'trascendentale' coniato da Emerson indica la parola capace di cogliere la natura simbolica della cosa, in tal modo riunificandola ulteriormente all’anima di cui la cosa è simbolo. Splendida la metafora della vita come «un cerchio il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo» che pare desunta dall’osservazione del miracoloso crearsi e svanire della forma quando si lancia un sasso in un’acqua ferma. In tale prospettiva, i suoi saggi su Immaginazione, su Intelletto, Storia, Amicizia, Amore, e sulle grandi realtà animiche della vita, vede il dominio del primo saggio citato accanto a quelli sul Poeta, e, appunto, quello intitolato 'Cerchi'. Circolarità, natura come manifestazione dell’anima universale, le due polarità che reggono il mondo, di cui l’interprete eletto è il poeta. Non necessariamente o meglio non esclusivamente il grande poeta, ma l’uomo che osserva la realtà dal punto di vista della poesia. Ciò che egli fece. Il suo pensiero, fondamentale nella cultura americana, e apprezzato da grandi autori di altre nazioni, non si è minimante affermato nel nostro paese. Ora escono a breve distanza (può essere indizio positivo) due raccolte di saggi del grande americano, Essere poeta, a cura di Beniamino Soressi (Moretti e Vitali), e Società e solitudine, a cura di Nadia Urbinati (Diabasis-La ginestra). Come indicano piuttosto chiaramente i titoli si tratta di due raccolte differenti: la prima incentrata su Emerson in relazione alla poesia e alla centralità che questa occupa nell’intero spettro del reale. La secondo imperniata sugli aspetti filosofici e filosofico politici del pensiero emersoniano in relazione al suo tempo e agli sviluppi futuri. Si tratta di due lavori precisi, ognuno dei quali tende però a isolare un aspetto dell’opera di un autore la cui caratteristica è la coesistenza di tutte le parti in un un’unità mobile e fluttuante. Ma due segnali importanti per colmare una grave lacuna, riscoprendo un pensatore fondamentale e quanto mai necessario in un tempo disanimato come il nostro.
Ralph Waldo Emerson:
ESSERE POETA Moretti e Vitali Pagine 112. Euro 16,00
SOCIETÀ E SOLITUDINE Diabasis-La ginestra Pagine 138. Euro 10,00
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