lunedì 13 luglio 2009

Lettera a Ralph Waldo Emerson, di Ermanno Bartoli

Carissimo Ralph,
Scusa se ti disturbo a quest'ora, ma a furia di sentir parlare alla tivù e sui giornali di malessere e disagio giovanile m'è venuta voglia di rileggerti. E sarebbe la terza volta. Questa sera mi sono girato verso la libreria e fra romanzi e saggi, nello scomparto dei preferiti, mi ha colpito la costa colorata del tuo volume: una "cartonata rossa" targata "Boringhieri-1969", ed è stato subito riamore. Quindi ho tirato fuori e aperto il libro... "Fiducia in se stessi", "Esperienza", "Leggi spirituali", "Circoli"... Basterebbero i titoli. Ma so che dentro c'è ben altro, così come so che sei pressoché introvabile. Posso farti una preghiera che forse non dipende da te? Esci dagli scaffali della dimenticanza e torna per le strade dove c'è tanto da fare!... se te lo consentono. Sarà bello! Così ci parlerai ancora del genio che c'è in ognuno e dell'istinto del buono. In nome di tutte le "infelicità evitabili"... Ti aspetto. Ah, dimenticavo! Porta i fiammiferi; potrebbe essercene bisogno, nel caso andasse via la luce come l'ultima volta. Ricordi? Nell'attesa ti abbraccio.

Tuo Ermanno Bartoli (Reggio Emilia)

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