domenica 12 luglio 2009

Il viaggio di Ralph Waldo Emerson al termine della poesia

di Mario Andrea Rigoni, "Corriere della Sera", 14 gennaio 2008
I Saggi di Ralph Waldo Emerson (1803-1882) - insieme con Thoreau, Hawthorne, Melville e Whitman una delle grandi figure del cosiddetto «Rinascimento americano» - non sono certo ignoti in Italia, benché non siano neppure tanto conosciuti quanto meriterebbero. Un volume della casa editrice Moretti e Vitali, uscito nella collana diretta da Paolo Lagazzi e Giancarlo Pontiggia, offre adesso al lettore italiano l' occasione di ampliare un poco la conoscenza della teoria letteraria di Emerson riunendo, insieme al noto saggio Il Poeta, due altri, finora inediti da noi, dedicati rispettivamente al rapporto fra poesia e immaginazione e al concetto di «ispirazione». Geniale erede del romanticismo tedesco e inglese, non privo di alcune affinità di pensiero col nostro Leopardi, Emerson vede nella poesia l' essenza stessa della natura e la verità ultima dell' esperienza. Tutto il mondo, al quale il senso comune guarda come a una realtà finale, è invece una vasta rete di tropi che si colgono solo attraverso la «seconda vista» dell' immaginazione, poiché «ogni pensare è un fare analogie, e la vita si vive per imparare la metonimia». Emerson si spinge fino a un' affermazione che volentieri sottoscriviamo: logici, filosofi e critici non sono che poeti falliti. Tali e simili concetti sono illustrati nella prima parte di Rinascimento americano di F.O. Matthiessen: un classico e magnifico libro, la cui traduzione italiana, patrocinata da Cesare Pavese ed eseguita da Franco Lucentini, incomprensibilmente non si ristampa più da decenni. Mario Andrea Rigoni

R. W. EMERSON, Essere poeta, a cura di Beniamino Soressi MORETTI E VITALI PP. 104, 16 €

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