E tu, lenta ginestra, / che di selve odorate / queste campagne dispogliate adorni, [...] ma piu saggia, ma tanto / meno inferma dell'uom, quanto le frali / tue stirpi non credesti / O dal fato O da te fatte immortali». Decanta così l'indomita resistenza della ginestra Leopardi nell'explicit della lunga lirica "La ginestra o il fiore del deserto”, poetico testamento dei celeberrimi “Canti”. E il rustico arbusto diviene, con la sua floreale esplosione dorata, il nome e il simbolo – attraverso un materico quadro del nostro Mattioli – della nuova collana “La Ginestra”, proposta dalla casa editrice reggiana Diabasis, diretta da Ferruccio Andolfi e ltalo Testa e nata con il fine di suggerire percorsi riflessivi capaci di contrastare i ferali processi di individualizzazione della reificante società contemporanea, proponendo – come recita la nota esplicativa – alternativi paradigmi di “individualismo solidale”.
“Friedrich Nietzsche filosofo morale” (Diabasis, pp. 126, 10 euro): silloge filosofica curata da Ferruccio Andolfi, titolare della cattedra di Filosofia della storia nel nostro ateneo, nonché studioso dei rapporti tra umanesimo e individualismo, con particolare riferimento al secolo XIX. L’analitica scelta di saggi, recensioni e interventi dedicati dal sociologo tedesco al dirompente pensiero nietzscheano permette, grazie al lavoro di Andolfi, di penetrare Simmel nella terza fase della sua opera, improntata alla disamina della concezione vitalistica, capace di definire una sorta di filosofia della vita, critica nei confronti del relativismo e vergata di tendenze mistiche. Il Nietzsche simmeliano si palesa, alla luce di questa savia antologia, come Giano Bifronte della filosofia morale ottocentesca, in quanto intagliato nelle
contraddizioni dell'umano e, come sostiene Simmel, permeato di «personalismo etico»: l'egoismo si converte in aristocraticismo» attraverso l'elevamento e la differenziazione delle individualità eccellenti (il mito della volontà di potenza); lo spiccato interesse sociale, è sempre orientato verso una prospettiva «umanistica o personalistica» (l'eroismo dell'oltreuomo). Così, attraverso le crepe nietzscheane, la dottrina dell'«amor fati», ossia la realistica arrendevolezza umana di fronte alla legge del divenire temporale (l'eterno ritorno), svela un Nietzsche non solo tormentato ma anche nostalgico e anelante, poiché – come sostiene Andolfi – «forse la personalità saliente di Nietzsche e proprio quella di essere diviso tra istinti opposti: "uno spirito libero con aneliti religiosi"». Insomma, l'individuo nietzscheano è autocentrato, sospinto dalla propria inebriante libertà di spirito, capace di sprigionare la propria brama esistenziale, rimanendo fedele alla terra e deciso ad attuare la trasmutazione di tutti i valori tradizionali; eppure, in questa istanza di esaltante superiorità, l'uomo di Nietzsche mostra anche le proprie cicatrici sdrucite e le proprie ambivalenti antinomie che inficiano l'autoglorificazione.
Il percorso suggerito da Urbinati consente di scoprire il carismatico pensatore-conferenziere statunitense, fondatore del trascendentalismo – forma di idealismo romantico pervaso da neoplatonismo e mistica orientale – capace di provocare influenze pratiche e risvolti morali all'interno della puritana società americana “in fieri” socio-politico.
Così, l'ex pastore di Boston, trasformatosi nel mito del 'self made man’ tanto caro all'etica dell'individualismo pragmatico, predica un auspicato equilibrio tra democratiche istanze sociali e classicheggiante fiducia in se stessi, spalancando l'individualità all'alterità amicale, ma, insieme, ammonendo l'eccessiva dispersione relazionale in forne comunitarie e associative.
Allora; auguri a questa nuova collana editoriale che tanto richiama, nel suo intento cogitabondo, le «lentae genistae» virgiliane delle “Georgiche”, tenacemente abbarbicate agli assolati terreni mediterranei con quegli irti rami e con quelle ungarettiane foglie caduche, al pari del tortuoso viatico dell'uomo gettato nella agonistica società attuale e destinato, per resistere indomito, a divenire con difficoltà individuo nella massa.
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